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Intervista al Soccorso Alpino

INTERVISTA A GUIDO PINAZZA DEL SOCCORSO ALPINO

Il Soccorso Alpino è nato e ha incominciato a diffondersi in Italia nel 1954, invece il gruppo “Centro Cadore” è nato nel 1972, quando a Lozzo di Cadore si sono riunite alcune persone esperte di montagna.
Il simbolo è una croce gialla con scritto “Soccorso alpino e speleologico”.
Guido Pinazza è nato nel 1954 ed è nel corpo da 30 anni, è stato per 4 anni capostazione del gruppo. Ha voluto entrare nell’associazione per la sua esperienza in montagna e vuole dare il suo aiuto per salvare le persone in difficoltà.
All’interno di questo gruppo ci sono circa23 volontari di cui alcuni sempre reperibili, c’è un supporto medico, infatti una volontaria studia medicina, e con un infermiere esperto si ha sicurezza nel maneggiare i feriti.
Una volta i volontari erano una cinquantina ora, per motivi famigliari e lavorativi, si sono ridotti.
Il soccorso alpino utilizza dei mezzi: L’elicottero (del SUEM) la jeep, un quad e una motoslitta che si trovano nella sede a Domegge.
Si può entrare nel soccorso a 18 anni durante il 1°anno si fanno dei corsi in cui ci si allena a camminare e a sciare; poi c’è l’allenamento in roccia che consiste nell’imparare a usare nodi e paranchi. Non si possono fare certi servizi e si segue la squadra decidendo se restare, all’inizio non si può mancare agli interventi.
Gli Interventi effettuati nel bosco sono poco pericolosi, invece quelli in alta montagna lo sono molto di più. Sono circa 20/22 all’anno, prevalentemente da giugno a settembre.
Se è possibile il trasporto dei feriti avviene con l’elicottero altrimenti a spalla. E’ dal 1984 però si è incominciato ad utilizzare l’elicottero di Pieve di Cadore.
L’intervento più frequente è la ricerca di persone smarrite nel bosco e ferite. Il più difficoltoso è la ricerca di gente in montagna, in tal caso arriva la chiamata e viene allertato il 118 che informa gli altri volontari, in sede, quindi, viene valutato l’incidente e decisi i compiti per la ricerca che può durare fino a sera per poi ricominciare la mattina dopo.
Se la persona non si trova è necessario chiamare altre squadre, spesso si usano i cani perchè rilevano le molecole dell’odore.
Bisogna avere la stessa divisa per riconoscere i propri compagni; la comunicazione avviene via radio.
Mostrare il tesserino del soccorso è obbligatorio se non si dispone della divisa.
Se non si è impegnati direttamente nelle ricerche si può lavorare alla base con la radio, preparare i cibi per i compagni o aiutare nel trasporto con la jeep.
Quando la persona è stata ritrovata bisogna comunicare il suo stato attraverso dei codici:
il CODICE 1 indica il ritrovamento senza danni;
il CODICE 2 indica una frattura;
il CODICE 3 indica che il ritrovato è in pericolo di vita;
il CODICE 4 indica che la persona è deceduta;
Il Soccorso alpino ha operato anche vicino al lago potendo soltanto controllare le rive e le sponde
IMPORTANTE.
Guido Pinazza ci raccomanda di essere sempre attrezzati quando si va nel bosco, portare cibo e acqua, una mantellina per la pioggia, tutto ciò che permetta di passare una notte all’aperto, di essere sempre in due o più, prima di partire riferire a qualcuno dove si è diretti e quando si pensa di rientrare, ogni tanto telefonare e dire dove si è arrivati. Se ci si perde chiamare col telefono e cercare di trovare dei punti di riferimento per aiutare chi verrà a cercarci, rimanere fermi (muoversi potrebbe essere pericoloso, soprattutto al buio), osservare un albero può essere utile: a nord cresce il muschio e a sud la pianta non ha il muschio e è più scura.
Un’altra cosa utile è fare corsa di orientamento con la scuola.
 

Tratto dall’intervista di Guido Pinazza                                                                        Capaldo Veronica e Da Pra Marco Mauro

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