La stalla e il latte
La stalla (stàla) è il luogo dove il bestiame passa i mesi invernali. Quasi sempre la stalla fa parte della casa cadorina che comprende più unità abitative: la cucina e il fuoco si trovano al piano terra mentre le altre stanze sono ai piani superiori che si possono raggiungere attraverso scale esterne e ballatoi. Nella stalla, oltre alle vacche (vàče) c’erano la capre (càure) e le pecore (féde), in molti casi questi animali vivevano insieme oppure erano separati da una paretina in legno. Tutti gli animali allevati avevano una funzione importante, in particolare la vacche da latte.
La maggior parte degli abitanti aveva almeno una vacca che produceva il latte. Il latte veniva portato in latteria due volte al giorno, nel periodo inverale veniva portato la mattina delle 6:30 alle 7:30 e la sera delle 18 alle 19, nel periodo estivo, invece, veniva portato mezz’ora prima alla mattina e mezz’ora dopo alla sera. Il latte doveva essere messo in contenitori igienizzati, non doveva essere filtrato perché al momento della pesatura doveva essere ancora caldo. Dopo averlo pesato e la quantità segnata su un libretto, il latte veniva versato in vasche di rame o, anticamente, in formelle di legno, che venivano messe a bagno nell’acqua per circa dodici o più ore cioè fino a quando la panna (bràma) non fosse risalita.
Il latte veniva lavorato verso le 4-4:30, per togliere la panna il casaro (mìstro) versava la panna in due attrezzi (ẑànkola e péna) che con il loro movimento producevano il burro (botìro). Il latte senza la panna veniva messo nel paiolo (kaliéra) alla temperatura di 32°C, poi veniva aggiunto il caglio (konàgo), successivamente, per poter continuare la lavorazione, bisognava rompere la cagliata e cuocerla a circa 40°C fino a quando si formava il formaggio.
Da un’intervita realizzata a CARLA LAGUNA
La Latteria Sociale di Lozzo di Cadore è nata come società il 6 ottobre e cominciò a funzionare il 4 novembre 1884 e è durata fino agli anni 70’.
Nel 1892 viene trasferita dalla casa Fuga della famiglia Del Puppo all’edificio nella piazza centrale del paese. Nel 1962 la latteria viene spostata nella sua sede attuale e l’edificio in cui si trovava è diventato la canonica del parroco.
Una curiosità: le donne erano addette al trasporto del latte e lo dovevano portare in latteria non dopo i 30 minuti dalla mungitura. Per ogni 100 kg di latte si ottenevano 10 kg di prodotto, i prodotti venivano dati alle famiglie in proporzione alla quantità di latte che veniva portato. Nella famiglia la perdita di una mucca era una tragedia perché forniva il latte e, successivamente, anche la carne.
Nel 2001 nasce l’idea di realizzare un museo nei locali della latteria e nel 2010 viene inaugurato. La sua realizzazione è stata possibile grazie ai fondi reperiti dal GAL (Gruppo di Azione Locale Alto bellunese).
Linda