Pian dei Buoi
Pian dei Buoi, detto anche ‘la Monte de Sovergna’, è l’altopiano che sovrasta Lozzo di Cadore, tra le Marmarole Orientali ed il paese, ad una quota media di 1.750 m sul livello del mare. E’ un grandissimo patrimonio locale per le bellezze naturali che lo contraddistinguono.
Pian dei Buoi è costituito da ampi prati pianeggianti, colli e valli erbose. Fino ad alcuni decenni fa la gente del paese vi portava a pascolare i propri animali (vacche, pecore e capre) e il bosco era molto più limitato. Ora è pascolato nel periodo estivo da gruppi di cavalli e vacche che vengono portate in quota da un allevatore della Val Pusteria. La lavorazione dei prodotti caseari viene svolta nell’antica Casera delle Armente, come un tempo.
L’ambiente naturale
In questo ambiente naturale sono presenti moltissime piante, fiori ed esemplari della fauna locale come, ad esempio, abeti, larici, noccioli, stelle alpine, raponzoli di roccia, pino mugo, camosci e stambecchi.
Il biotopo principale è la torbiera, caratterizzata da grande abbondanza di acqua (acquitrino o palude). In tale ambiente si sviluppa una vegetazione prevalentemente erbacea tipica di luoghi umidi. L’ambiente è limoso e con scarsa circolazione di acqua, quindi povero di ossigeno e rende inospitale l’ambiente per i microrganismi. Il materiale vegetale che deriva dal ciclo delle piante che vivono nella torbiera, insieme a resti di animali come gli insetti, si accumulano in vari strati dando origine alla torba. Con il passare del tempo la massa torbosa lentamente si alza grazie al deposito di nuove sostanze organiche, che via vengono pressate dal peso del nuovo materiale accumulato.
Come vi si arriva
Pian dei Buoi è raggiungibile da Lozzo paese percorrendo una strada militare che, con numerosi tornanti, risale il versante sinistro della val Longiarin, a sud dell’altopiano. Lungo il percorso si incontrano diversi fienili, costruzioni tipiche del luogo, come quelli di Vertafedèra, di Campo di Croce (Ciampo de Cros) e di Soracrepa.
Soracrepa è la località da dove inizia il “Pian dei Buoi” vero e proprio, dove finisce la lunga salita e la strada diventa pianeggiante.
Una volta in quota, dopo qualche decina di metri di strada sterrata, si raggiunge un primo bivio che, proseguendo a destra, permette di raggiungere il forte di Col Vidal. Se, invece, si prende la strada silvo – pastorale a sinistra, si raggiunge un secondo bivio, detto “bivio Pellegrini”, facilmente riconoscibile per la presenza di una fontana. Da qui è possibile, svoltando a destra, percorrere un breve tratto di strada che porta alla Casera delle Armente.
Proseguendo a sinistra del “bivio Pellegrini”, si può raggiungere la cosiddetta “Forželuta” da cui si può ammirare uno splendido panorama sulle Dolomiti di Auronzo, Tre cime di Lavaredo, Croda dei Toni, Popera, Aiarnola, solo per citarne alcune.
Poco più avanti si raggiunge un “parcheggio”, un’area delimitata al bordo della strada. Da qui si può scegliere la strada in salita che porta al rifugio Ciareido oppure proseguire verso ovest per raggiungere il rifugio Bajon. Un’altra possibilità è quella di ritornare un po’ indietro e scendere a sinistra verso la Val da Rin che conduce ad Auronzo di Cadore.
I rifugi
Il rifugio Ciareido fu costruito dai battaglioni alpini di Feltre, Pieve di Cadore e Gemona nel 1890, in previsione della prima grande guerra come ricovero militare e posto di osservazione. In seguito fu usato come rifugio per i cacciatori e, nei primi anni settanta, come stalla per le capre.
Il rifugio Elio Boni, detto anche rifugio Baion (1828 m s.l.m), nel comune di Domegge di Cadore, un tempo malga utilizzata per l’alpeggio degli animali della gente di Domegge, ora in comodato al CAI di Domegge e trasformata in rifugio. Sono ancora ben conservate e visibili le stalle disposte a corte con una straordinaria pavimentazione in sassi e legno.
A Pian dei Buoi, proprio al termine della strada “del genio”, vi sono altre due costruzioni importanti, la cosiddetta “casermetta” e un altro storico rifugio che però è chiuso da anni, il rifugio Marmarole. Quest’ultimo, fino a qualche anno fa, accoglieva i turisti offrendo loro un primo “assaggio” dell’altopiano.
La chiesetta della Madonna del Ciareido
Poco sopra questi due edifici, nel 1969 venne costruita dal Gruppo Alpini di Lozzo di Cadore una chiesetta dedicata alla Madonna del Ciareido, per questo detta anche “chiesetta degli Alpini”. Il primo progetto della chiesetta risale al 1955. In questa chiesetta, ogni anno, l’ultima domenica di luglio, si celebra una Messa in onore delle “Penne Mozze” organizzata dal Gruppo A.N.A. di Lozzo.
Cenni di geologia
Il nome “dolomite” deriva dal suo scopritore, Deodat de Dolomieu (1750-1801) e si riferisce ad una roccia composta da carbonato doppio di calcio e magnesio che, a differenza delle rocce costituite da carbonato di calcio come i calcari, non mostra effervescenza se trattata con acido cloridrico.
La storia geologica di questa regione montuosa può essere suddivisa in tre distinti periodi che sono: la formazione delle rocce (litogenesi); la nascita delle montagne (orogenesi); ed infine la modellazione del paesaggio e del rilievo ( morfogenesi).
Le Dolomiti si sono formate centinaia di milioni di anni fa dall’accumulo di sedimenti sul fondo dei mari, ed è per questo motivo che è facile trovarvi numerosi tipi di fossili di animali e vegetali marini tra cui spugne, ricci, molluschi, gasteropodi ed alghe.
Ora, però, queste rocce non sono sul fondo del mare ma costituiscono monti, altopiani e valli che si trovano a migliaia di metri di altitudine. Il sollevamento di queste rocce è il risultato di eventi geologici sviluppati nell’arco di milioni di anni dovuti allo scontro di grandi blocchi continentali che si muovono uno rispetto l’altro.
Questo movimento della crosta terrestre è stato anche accompagnato e seguito da erosioni e smantellamenti che hanno modificato l’aspetto delle rocce formando così un paesaggio molto vario.
L’azione di erosione e degradazione, infine, operata dagli agenti atmosferici come acqua, vento e ghiaccio negli ultimi 10.000 anni (dopo l’ultima glaciazione), ha modellato il paesaggio creando un luogo di incomparabile bellezza.
L’area dolomitica è caratterizzata anche dalla presenza di rocce ignee prevalentemente vulcaniche e rocce metamorfiche più antiche.
La dolomia è molto resistente agli agenti atmosferici (sole, pioggia, gelo-disgelo, vento, scorrimento delle acque) rispetto alle rocce vulcaniche, le quali si alterano e si sgretolano facilmente. Risulta così che i pallidi monti dolomitici si trovano vicini a verdi valli e dolci pendii sotto i quali stanno le scure rocce di origine vulcanica ed il tutto conferisce al paesaggio un carattere unico.
Pietro
Fonti
Siti: http://www.lozzodicadore.org/groups/piandeibuoi.html; http://www.lozzodicadore.eu/sito/node/11; http://it.wikipedia.org/wiki/Pian_dei_Buoi; http://www.bellunovirtuale.com/piandeibuoi.html; http://it.wikipedia.org/wiki/Dolomiti; http://www.abcdolomiti.com/geologiadolomiti.htm; http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=32051;
Testi: Geologia delle Dolomiti di Alfonso Bosellini . Casa editrice Athesia S.a.r.l;
Diapositive: tratte da pdf del prof. Marco Avanzini.