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La famiglia

La famiglia è l’istituzione più antica e portante della nostra società e del nostro paese. Anche Lozzo ha visto nel corso dei decenni la sua trasformazione radicale.
Un tempo era una famiglia di tipo patriarcale in cui il capostipite, bisnonno (bisnòno), esercitava la sua autorità su tutti i componenti. Vivevano insieme a lui, in grandi case, sua moglie (femena), i loro figli (fioi), talvolta con i loro rispettivi consorti (denero, nuora), con i fratelli (fradel) e sorelle (suo). Tutti sotto lo stesso tetto, mangiavano assieme ed ognuno aveva il proprio ruolo.
Noi, oggi, che viviamo solamente con i nostri genitori, ci spaventiamo al pensiero di quanto grandi fossero le famiglie di una volta. In questi anni, infatti, le nostre famiglie sono diventate più piccole, mononucleari, composte talvolta anche da un solo genitore e da un figlio. Possono diventare famiglie allargate allorché i genitori si separano e uno o entrambi si risposino creando un’altra famiglia. Questo, al tempo del bisnòno era impensabile, non sarebbe stato possibile perché la legge non lo permetteva e sarebbe stato un grave affronto alla morale comune, paesana, impermeata di profonda religiosità.
Nel nostro dialetto sono nati molti termini per identificare i vari componenti familiari e le varie relazioni di parentela. Di seguito i più noti:
cognato/a => kuñàda; cugino/a => darmán/a; figlio/a => fiól/ fia ; figlio adottivo => fiól de ànima; figliastro => fiàstro; figlioccio/a => fiòzo/a; fratellastro => fardelàstro; fratello/sorella =>; fardèl/suó; gemello => domelìn/domèla; genero/nuora => dènero/nòra; lontano parente => parènte a la lontana; il marito => l’ on; la moglie => la fémena; nipote/la nipote => neódo/a o nèza; nonno/a => nòno/a; padre/madre => pàre/màre; padrino/madrina => sántol/a; patrigno/matrigna =>; paríño/maríña ; promessa sposa => nuìza; sorellastra => suolàstra; suocero/a => mestiér/madòna; testimone di nozze => konpàre; trisnonno/a => trisàvol/a; zio/a => bárba/nène.
Molti termini definiscono anche le amicizie:
amico => amìgo; amico intimo => amigón; classe => klàse; collega => kolègo; compagno => kolèga; coscritto => koskrìto
Per finire, anche le cerimonie religiose hanno un loro spazio nel nostro dialetto a conferma dell’importanza rivestita dalla Chiesa un tempo. Chissà se oggi li inventerebbero ancora tutti questi idiomi?
Battesimo => Batìdo; Prima Comunione => Prìma Komunión; Cresima => Krésema; fidanzamento => dì par càsa; Matrimonio => Maridàse; funerale => funeràl; estrema unzione => dài l òio sànto
Una particolarità : anche le età sono state scandite in dialetto lozzese :
fino ai 4 anni => fantolìn/a; 4-8 anni => pùpo/pùpa/tùto/tùta ; 8-11 anni => sbòger/bòca; 11-15 anni => tosàto/a; 15-20 anni => tós/a; 20-25 anni => dovenòto/a; 25-60 anni => òn/fémena ; 60-70 anni => anzianòto/a ; 70-80 anni => vèco/a; 80-90 anni => vèco/a kùko/a; sopra i 90 anni => vecón
minorenne => fiól de faméa; non sposato => da maridà ; non sposato/a[età avanzata] => konàstro/sitèla; promessa sposa => nuìza; sposato => maridòu/maridàda; padre di famiglia => pàre de faméa; vedovo/a => védovo/a

(fonti: “Il Dizionario della gente di Lozzo”,  Commissione bibliotecaria di Lozzo di Cadore, Tiziano edizioni; “Femenes, vita quotidiana delle donne ladine nel Cadore di un tempo” di Francesca De Meio e Francesca Larese Filon, ed. Union Ladina del Cador de Medo)

Elisa

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