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Le segherie

La prima segheria di Lozzo è stata quella del Comune che risale al 1600 ed è rimasta l’unica per molto tempo.
Alla fine del 1800 c’erano 4 segherie: la segheria del Comune, la segheria Pellegrini, la segheria Tita Poa, la segheria dei fratelli Carulli.
La segheria del comune era di uso locale e venne demolita per fare spazio ad altri edifici.
La segheria Tita Poa è stata costruita nel 1884 nel centro del paese in località Giouda.
segheria-pellegrini-002pLa segheria dei fratelli Carulli funzionava con l’energia della centralina idroelettrica dei fratelli stessi.
Al piano terra si trovava la segheria mentre ai piani superiori c’erano due falegnamerie. La segheria funzionò fino al 1955 circa. I fratelli costruirono un’altra segheria sulla sponda destra del Rio Rin, questa conteneva una sega veneziana.
All’interno del museo della latteria c’è uno spazio dedicato alla storia delle segherie a Lozzo con due modellini ricostruiti in scala che permettono di capire come funzionasse una “sega alla veneziana”.
“A quando risalga la prima segheria in paese non è dato sapere. Ezio Baldovin afferma che ne esisteva una prima del ‘600.
Nel 1711 il Marigo Antonio del Fauro comunicava alla Magnifica Comunità che in paese vi era ancora un’unica segheria, quella comunale. E proseguiva affermando che vi erano due mulini con tre mole, due pestaorzo, che vi erano in funzione sei mulini con almeno due correnti ciascune che macinavano frumento, segale, sorgo, saraceno e ripulivano l’orzo e ancora un’unica segheria, quella del comune. Quest’ultima indicazione, ne abbiamo la certezza, fa riferimento all’opificio costruito dopo il tremendo incendio del 1867, quando divenne grande la necessità di tavolame per l’edilizia. Questo edificio, danneggiato successivamente dall’alluvione del 1882, fu riedificato nel medesimo sito e ammodernato nel 1907.
segheria 1La segheria comunale dal punto di vista gestionale presentava un grande limite dovuto alla prossimità delle case: la mancanza di un vero piazzale a suo esclusivo uso. Questa condizione imponeva che il rifornimento delle taie avvenisse ogni due/ tre giorni non potendo creare un accumulo notevole per non impedire il transito delle persone e dei carri. Questa autentica necessità delle segherie costrinse a costruire le successive al limitare dei centri abitati, in zone periferiche. La segheria, chiusa l’attività nel 1955, fu smantellata dopo il 1960.
Si ricorda, inoltre, che tra il 1920 e il 1930 le segherie in paese erano divenute quattro: accanto a quella comunale, e, mossa anch’essa dalla forza del Rio Rin, vi era quella di proprietà della famiglia Pellegrini. le altre due erano azionate dalla corrente elettrica e avevano come proprietari Giobatta Da Pra Poa e i fratelli Baldovin Carulli.
Negli anni immediatamente successivi il numero di questi opifici crebbe enormemente andando ad occupare la zona di S. Anna (la prima segheria in quella località fu quella di Da Pra Tetto nel 1937) e, sempre di proprietà dei lozzesi anche Campopiano di Vigo e Cima Gogna di Auronzo.”

Lorena

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(fonte: pannello illustrativo del museo della latteria)