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Disastro in Cadore

“Maltempo che si abbatterà, secondo le previsioni, in tutto il Veneto, in particolare nell’area dolomitica. La Prefettura di Belluno ha disposto per lunedì la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per allerta rossa: lunedì 29 ottobre scuole chiuse in tutta la provincia di Belluno.  Emergenza paragonabile all’alluvione del 1966.” Queste sono le parole di Luca Zaia, governatore del Vdiga comelicoeneto, che sabato 27 ottobre hanno fatto il giro di tutta la regione. 

I danni sono stati innumerevoli qui in Cadore. Inizialmente interi abitati sono stati totalmente isolati, a corto di collegamenti viari, energia elettrica e linee telefoniche. Inoltre interi boschi e terreni sono stati completamente rasi al suolo. Fortunatamente nella zona sono ancora frequenti le case che utilizzano la stufa a legna, perché per diversi giorni la maggior parte dei cittadini non ha avuto riscaldamento e nemmeno acqua potabile e calda. 

Grazie a molti generatori procurati dalla prefettura di Belluno, le case di riposo e gli uffici pubblici sono stati attivati. Ci sono state diverse frane qui nei dintorni che hanno causato molti problemi. A distanza di poco meno di un mese le strade, grazie agli operai dell’Anas e ai numerosi volontari, sono state quasi tutte liberate dai massi e dagli alberi. 

Fortunatamente non ci sono state molti feriti e morti grazie all’allerta meteo avviata e comunicata a tutti i cittadini dai diversi mezzi di informazione e dai comuni.  Un disastroso evento si è abbattuto nella nostra zona; l’unica domanda che sorge spontanea è perché tutto ciò sia accaduto.